domenica 28 novembre 2010

Albicocche, frutti del Vesuvio


Albicocche, frutti del Vesuvio
All’ombra del vulcano crescono frutti estivi prelibati, produzione d’eccellenza della Regione Campania
Resto all’ombra del Vesuvio, montagna al contempo gentile e minacciosa, un gigante sonnecchiante che sorveglia i paesi situati ai suoi piedi. Tra questi, uno dei più famosi è senza dubbio la Città di Ercolano, resa nota dai ritrovamenti archeologici avvenuti sul suo territorio. I celebri scavi archeologici vennero iniziati per puro caso da alcuni operai, che, nel 1709, durante i lavori per la costruzione di un pozzo si imbatterono nel teatro dell’antica Herculaneum. Era l’inizio della scoperte che riportarono alla luce l’antica città sepolta dalla terribile eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., in occasione della quale furono distrutte anche le vicine Pompei ed Oplonti.

L’interesse suscitato dalle eccezionali scoperte fece si che nel ’700 Ercolano divenisse una meta ambita da visitare e in cui fermarsi a vivere. Il clima salubre e lo splendido paesaggio fecero il resto attirando la migliore aristocrazia napoletana settecentesca che qui poteva dedicarsi alle più raffinate attività di svago. In questo periodo la città si arricchì di ville e palazzi sontuosi progettati dai più illustri architetti dell’epoca e decorate dagli artisti più rinomati. Queste ville, infatti, portano la firma di nomi illustri quali Vanvitelli, Vaccaro, Gioffredo, Fuga e il loro splendore era ed è tale da far meritare alla strada che le costeggiava l’appellativo di “Miglio d’Oro”.

Si può dire,dunque, che il Vesuvio, sebbene sia stato portatore di distruzione, abbia contribuito a rendere famosa Ercolano e non solo per i reperti archeologici. Grazie alle ceneri delle eruzioni vulcaniche, infatti, i terreni di Ercolano, ma più in generale di tutta l’area vesuviana, sono ricchi di minerali e per questo particolarmente adatti alle coltivazioni.

Tra i prodotti che la generosa terra vulcanica offre è da ricordare l’albicocca, una coltivazione che in Campania e soprattutto nel napoletano è da lungo tempo molto diffusa e che ad Ercolano occupa un posto di primo piano tra le produzioni agricole. La Campania è la regione italiana più importante nella coltivazione di albicocche, con quasi 50.000 tonnellate di prodotto, proveniente per la maggior parte dall'area vesuviana, che rappresenta circa l'80% della produzione regionale.

Una delle prime testimonianze precise della presenza di albicocchi in Campania è dovuta a Gian Battista Della Porta, scienziato napoletano, che, nel 1583, nell’opera “Suae Villae Pomarium” distingue due tipi di albicocche: bericocche e crisomele, più pregiate. Da questo antico termine deriverebbe quindi il napoletano “crisommole”, ancora oggi usato per indicare le albicocche, e in particolar modo le crisommole alessandrine, che ancora esistono nell’area vesuviana.

Successivamente il testo ad opera di autori vari, ”Breve ragguaglio dell'Agricoltura e Pastorizia del Regno di Napoli”, del 1845, riconosce l'albicocco come l'albero più diffuso, dopo il fico, nell'area del napoletano, e precisamente in quella vesuviana, “dove viene meglio che altrove e più maniere se ne contano, differenti nelle frutta …”. E’ chiaro, dunque, che già in passato esistevano diversi ecotipi di questo frutto, ed infatti, con il nome “Albicocca Vesuviana” si indicano oggi oltre quaranta diversi tipi di frutti, tutti originari della zona.
 
I più diffusi 
sono: Ceccona, Palummella, S. Castrese, Vitillo, Fracasso, Pellecchiella, Boccuccia Liscia, Boccuccia Spinosa e Portici. Si distinguono dal punto di vista estetico per la presenza di sfumature rosse o di punteggiature giallo-arancio sulla buccia. I tempi di maturazione differiscono da un cultivar all’altro, ma ingenerale le albicocche del Vesuvio si possono definire, per la maggior parte a maturazione precoce e medio-precoce: si raccolgono verso metà giugno.

Sono apprezzate sul mercato per le loro caratteristiche organolettiche, soprattutto per sapidità e dolcezza, dovute alla particolarmente alta concentrazione di potassio presente nel terreno. Oltre al potassio le albicocche contengono grandi quantità di carotene e vitamina A e buone quantità di vitamina C, assieme ad altri minerali come fosforo, magnesio e calcio. Queste particolari caratteristiche organolettiche le rendono il frutto ideale per il consumo estivo: il potassio, infatti, favorisce il ripristino di ciò che si perde attraverso la sudorazione, mentre il carotene favorisce un’abbronzatura veloce e duratura. Un frutto delizioso, da gustare fresco, oppure trasformato in nettari, ossia in succo e polpa, ottimo anche per la realizzazione di confetture, essiccati e canditi, e da assaporare nella versione sciroppata.
Già pubblicato su www.marigliano.net

Fotografie SEMA, 2009, Giusppe Ottaiano © tutti i diritti riservati, menzione del nome dell'Autore obbligatoria ai sensi legge 633/41 e successive modifiche e integrazioni.

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